Non si trattava di un caso ma di una scelta coerente e , presuppongo, anche un tantino scaramantica, perchè il titolo della mostra era PRIMAVERA e il tema delle opere era la Natura ed i fiori.
Purtroppo, l'aggravarsi della pandemia obbligò ad un brusco arresto e al conseguente rinvio di tutte le attività.
Fino ad oggi.
Solo il coraggio e la determinazione di Patrizia ZUCCHERINI, nel pieno rispetto delle disposizioni vigenti, ha permesso finalmente il debutto a Grosseto, nei locali de "IL QUADRIVIO", del Maestro Francesco BURLA che, nella giornata di venerdì 23 ottobre ha presentato al pubblico la sua PRIMA VERA mostra, che proseguirà fino al 1 novembre (16,30 -19,30)
Dunque : "Adelante Pedro, con juicio, si puedes!"
❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗❗
Io ero già rimasto colpito dalla figura di questo personaggio ed ero contento che, ancora una volta, nei sacri locali de "IL QUADRIVIO" , si tornasse a evocare lo spirito dei mille fiori che le sapienti mani di Patrizia avevano confezionato.
Del resto non nego che il mio romanticismo continua costantemente ad influenzare il mio spirito ma, questa volta , nel momento dell'inaugurazione, mi resi conto che la sensazione che stavo provando era stranamente più intensa.
Era un'atmosfera particolare in cui i personaggi , mascherati e un poco discosti , assumevano movenze lente, misurate e omaggiavano con accortezza questo protagonista , vestito di scuro, che spiccava sia per la sua altezza sia per l'atteggiamento serio e composto, che richiamava i pittori del tardo Ottocento.
Di contro, dalle pareti, un trionfo di colori circondava questa nostra "danza" e ci inondava di luce, amplificata dalle enormi vetrate e dagli specchi della galleria.
Mentre facevo le fotografie che avrebbero arricchito il sito di Patrizia, osservavo con quanta misura era stato vissuto quel momento e , sinceramente pregustavo l'incontro , o meglio, gli incontri che avrei avuto, nei giorni seguenti, con il Pittore per parlare della sua vita, delle opere esposte , delle sue aspirazioni.
Naturalmente, seguendo un protocollo ormai collaudato, mi sono confrontato inizialmente con le opere esposte nelle vaste sale de "IL QUADRIVIO" .
Una visione calma e attenta di ogni dipinto mi ha confermato quel senso di armonia e di serenità, senza alcuna nota di violenza o aggressività.
Sono quadri che parlano o meglio sussurrano e non vogliono tanto stupirti per la perfezione della natura ma ti invitano e ti accolgono per darti la sicurezza e la morbidezza ed il calore del rifugio sicuro.
Empaticamente rivolto verso la Natura, l'ha "sentita" sulla sua pelle e , giorno dopo giorno l'ha osservata, "contemplata" e assorbita.
Solo a 35 anni si è sentito pronto per ringraziarla a modo suo, raffigurando via via, in veloce progressione (portando avanti anche due o più quadri contemporaneamente), la trasfigurazione di essa, come era sedimentata nella sua mente di ragazzo e di giovane uomo.
La sua serietà e l'essenzialità del suo pensiero a prima vista sembravano contrastare con l'atmosfera quasi gioiosa delle sue tavole ma, in realtà, un fil rouge legava tutte le sue opere: il profondo rispetto per la Natura che è ragione di vita e ... ha sempre ragione.
Mi complimento con chi ha scritto la prefazione e ha curato il suo catalogo perchè secondo me ha è riuscito a cogliere con le parole e con le immagini l'essenza dell'Artista.
E mi ha trovato concorde anche l'intuizione di rappresentare in contemporanea il particolare e l'insieme quasi a testimoniare quello che io ho percepito come una apprezzabile sintesi del figurativo e dell'astratto.
E così si giustifica il mio apprezzamento per alcune opere che Francesco ha reso in maniera credibile come ne "IL GIRASOLO" in cui viene colto il fiore solitario esaltato nella sua solennità e nella sua bellezza , con i petali delicati, trasparenti, traslucidi come le ali di una libellula.
Un lavoro dolce, di spatola con gli arancioni, i verdi e i gialli che vanno in perfetta sintonia , quasi un infuso, ci descrive il piccolo mondo di "CAMOMILLA" mentre estremamente delicata è l'interpretazione dell'"ORCHIDEA" e, ancor più, de "I FIORI DI PESCO".
"CAMOMILLA" |
"BISCHERI" |
e soprattutto del "ROVETO" che, a conti fatti, possiede una profondità ed una veridicità che mi ha trasportato d'incanto indietro negli anni quando , in vacanza , seguivo con la mia prima reflex le siepi ai piedi del POMAGAGNON alla ricerca delle roselline... e mi bucavo!
"ROVETO" |
Autorevole, ha attirato il mio sguardo la tavola "TULIPANI" dove i fiori appaiono incisivi per quel rosso acceso e la disposizione così ordinata , quasi fossero dei soldatini.
Ma la presenza di un cielo arancione qui, e dell'inversione di colore nello "SPATIFILLO" mi avevano un poco spiazzato.
Mai avrei pensato che tutta la mia "sicurezza" sarebbe stata improvvisamente messa in discussione da una rivelazione tanto casuale quanto esplosiva : l'autore di questi capolavori è daltonico e la sua percezione dei colori, di conseguenza, non coincide completamente con quella del sottoscritto.
Ha tramutato in un dono una "bizzarria" della genetica.
Onore dunque a questo Artista che possiede un carisma particolare che gli permette di cogliere il bello e di saperlo comunicare , magari attraverso algoritmi tutti suoi, ma sempre con semplicità ed efficacia.
L'unico grido di allarme che sono riuscito a percepire in tutta la mostra è nella composizione intitolata "FOGLIA" dove l'equilibrio si spezza e la sofferenza si avverte in quelle sbavature che tracimano l'ordine.
Per questo ringrazio chi , a fronte di sacrifici, ci permette, anche se per breve tempo, di ricaricare le nostre energie positive e ci spinge all'ottimismo.