No, decisamente non sono mai stato un contestatore . La mia educazione era classicamente derivata dall'influenza familiare e da quella scolastica. Semplice, direte : Mica tanto-dico io - se si tiene conto di un padre Appuntato dei Carabinieri e di una ferrea disciplina Salesiana. Etica ,morale, religione, senso del dovere, rispetto, galateo che facevano a cazzotti con l'esuberanza e la ribellione tipica della gioventù. Hanno vinto loro! Ma, per molto tempo mi ha salvato la musica . Intendo le canzonette non certo la musica classica: quella è venuta molto molto dopo. Ma le prime palpitazioni erano accompagnate dalla magia del PIPER che io rivivevo nelle prime incursioni al KURSAAL di Bordighera.
L'immagine di ognuno è complessa ed ingestibile. Non solo alternanza di chiari e scuri o di colore e B/N ; non solo lineamenti decisamente marcati o contorni delicatamente indefiniti ma maschere e livelli che pongono allo sguardo ed alla mente barriere diversamente penetrabili che solo affinità elettive riescono a superare. Il quadro che ne risulta è sempre parziale, unico, diverso e legato all'attimo fuggente. Cerchiamo di coglierlo insieme.
domenica 25 novembre 2012
domenica 11 novembre 2012
ALLUVIONE
L'alluvione del '66. Un ricordo strano, il mio. Di chi non l'ha vissuta in prima persona (ero giovane e abitavo in Liguria) se non per gli sguardi preoccupati dei miei genitori. I parenti in Toscana , la nonna, gli zii ... Andare.... ma no! Non si passa!
Io non pensavo a Grosseto. Non la conoscevo granchè come città. Ci si passava appena per andare alla stazione. Pensavo a Campagnatico e non credevo che l'acqua dell'Ombrone arrivasse fin lassù.
Solo più tardi ho capito la profonda ferita che era stata inferta a questa terra e la paura che ancora emerge quando la natura è matrigna e l'Uomo non fa.quel che deve. E' quando accade le lacrime si mescolano alla pioggia e non c'è quiete dopo la tempesta. Anche gli ulivi sembrano scappare!
Io non pensavo a Grosseto. Non la conoscevo granchè come città. Ci si passava appena per andare alla stazione. Pensavo a Campagnatico e non credevo che l'acqua dell'Ombrone arrivasse fin lassù.
Solo più tardi ho capito la profonda ferita che era stata inferta a questa terra e la paura che ancora emerge quando la natura è matrigna e l'Uomo non fa.quel che deve. E' quando accade le lacrime si mescolano alla pioggia e non c'è quiete dopo la tempesta. Anche gli ulivi sembrano scappare!
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