lunedì 11 febbraio 2019

CARPE DIEM





L'allestimento di una mostra all'interno degli spazi di una galleria d'arte è senza dubbio una tappa fondamentale in quel processo di promozione delle proprie opere che è lo scopo finale di ogni artista. In questa fase, quello che importa sopra tutto è collocare strategicamente le proprie "creature" in modo tale che il visitatore possa apprezzarle in tutto il loro valore , facilitato in questa esplorazione da una giusta illuminazione , seguendo un percorso obbligato ma intelligente.
La consapevolezza dell'artista , unita all'esperienza della gallerista, rappresentano solitamente una garanzia per il successo finale.
Questa volta però il compito di Patrizia ZUCCHERINI è risultato un poco più arduo perché si è dovuta confrontare con tre artisti alquanto diversi tra loro per la variabilità delle opere, essendo Stefania LENZI una pittrice , Giancarlo RENZETTI uno scultore e Agata FLORIO una scrittrice.


Patrizia ZUCCHERINI con Stefania LENZI, Agata FLORIO e Giancarlo RENZETTI






La ragion d'essere della mostra comune , CARPE DIEM, che sarà a disposizione del pubblico dall'11 febbraio fino al 24 di questo mese, è l'Amore e soprattutto l'amore per la Maremma, che viene reso in maniera diversa e culmina con la presentazione appunto dei due romanzi della FLORIO.




Richiamati dall'evento si sono presentate numerose persone. 
Amici, parenti, giornalisti ma anche visitatori occasionali: tutti hanno avuto la possibilità di intrattenersi con gli artisti, prima della inaugurazione ufficiale.


La pittrice Cristina MAMBRINI in contemplazione







Agata FLORIO con Paolo PISANI e Roberto BRESCHI







A dire due parole di presentazione ci ha pensato questa volta Luca ORTIMINI che ha tracciato un breve profilo dei protagonisti ascoltato attentamente dai visitatori che, riuniti in gruppi intorno a lui, hanno sospeso per pochi minuti la visione della mostra.



Luca ORTIMINI







🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺



🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻🔻



Nel giorno dell'inaugurazione, illuminata da raggi di sole beneaguranti, la Galleria d'ARTE "IL QUADRIVIO" si è presentata nel massimo del suo splendore. 
Fermo sulla soglia, ho lasciato che lo sguardo vagasse per le stanze trasmettendomi sensazioni equilibrate di poesia e di stabilità.




I quadri appesi all'ingresso apparivano di una delicatezza unica e introducevano ad un mondo fantastico, quello dei sogni e delle fiabe dove esistono i castelli, le principesse ed i prodi guerrieri.









Mi sono innamorato subito della fanciulla (Leda?) che guarda il cigno (Zeus?)  e mi sono trovato , in punta di piedi, per non disturbarla, dietro la ragazza in estasi difronte allo spettacolo possente della cascata.









L'acqua , come scrive la pittrice, diventa sovente la protagonista, "prezioso elemento, simbolo femminile che ci riporta alle nostre origini, rendendo più vivi gli stati d'animo, così mutevoli nel cercare di percorrere in pieno quello che è il fiume della nostra vita"


Ma è soprattutto nelle scarpette di raso e nel "petineuse", l'angolo complice della bellezza femminile, che ho ritrovato il sapore antico, l'atmosfera romantica dell'800.







Sono le opere di una dolcissima Stefania LENZI , che ho potuto conoscere poco dopo e che sa trattare con gentilezza anche il paesaggio rude della Maremma, cogliendolo nei suoi momenti più romantici, quando ti offre i funghi del sottobosco o la visione dei buoi al pascolo o il profilo delicato dei suoi borghi.




La pittrice Stefania LENZI


















🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺




Lo scultore Giancarlo RENZETTI , in arte AULE



Ho parlato di poesia e ora dovrei parlare di stabilità , garantita da possenti sculture in legno  a guisa di guerrieri strategicamente posti a presidio degli ampi spazi della Galleria. 
Ma non è così ! 
Perché io l'ho visto Giancarlo RENZETTI reggere in collo con tenerezza "l'Italia incinta" e posarla delicatamente sul suo basamento. 








L'ho visto lottare con il suo "Cerbero" prima di accarezzarne una ad una le teste rese lisce da un paziente lavoro.









Non è un guerriero, Aule, o se lo è,  è un guerriero buono, che lotta a modo suo contro le ingiustizie del mondo e manda messaggi di pace.


L'ho apprezzato per il  suo modo di essere autentico, diretto, trasparente ma anche rustico quel tanto da poterlo immaginare integrato con suo legno di olivo. 
Significativo è quello che considero il suo autoritratto , lo scultore che emerge da un mondo di alieni.












Amante dell'arte e della sua terra di origine, Vetulonia, egli partecipa in cuor suo a quei riti e rende omaggio con la mente alla sacerdotessa etrusca e alla scimmia della tomba del Tridente.




















🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺🔺






La scrittrice Agata FLORIO




Un dualismo sinergico e apprezzato che ben si è giovato dall'azione  trascinante della scrittrice Agata FLORIO, che in guisa di novella sirena ha pensato di attrarre, col profumo delle sue tisane e la melodia dei suoi racconti, l'Ulisse di turno.
Un angolo incantevole, in verità, ha accolto i visitatori , partecipi della presentazione del suo libro , autobiografico, nel corso di un rito, altre volte sperimentato,  definito "Narratè".




























La lettura di ricordi ed aneddoti di vita che aiutano a non dimenticare le origini è , per la scrittrice, il presupposto di un'esistenza che abbia un senso.
Ella non demorde di fronte alla caduta di valori e all'indifferenza e rilancia , cogliendo un'assist che la porta a scrivere un secondo libro, latore di gioia e di speranza.

 Il libro che presenterà in Galleria mercoledì prossimo, "Aspettando te" è il risultato di un incontro con un uomo, Giuliano Raffaele , che è rinato grazie ad un trapianto e alla bontà di quello che è stato definito un "angelo generoso".


AGATA FLORIO con GIULIANO RAFFAELE







Non la vedo indaffarata in una ricerca spasmodica di un successo personale ma credo nella sua determinazione a coinvolgere ognuno nel suo progetto di far entrare nel pensiero comune la scelta di aiutare il prossimo



Agata Florio con Guido CAPIRCI








E' una mostra del tutto particolare dove sono stati dosati e, oserei dire, concentrati in modo mirabile i valori dell'Arte, a dimostrazione che  la Galleria "IL QUADRIVIO" di Patrizia ZUCCHERINI assolve degnamente al compito di essere punto di riferimento degli Artisti Grossetani e non solo.

Un ringraziamento sentito dunque ad Agata,Stefania e Giancarlo che hanno messo a disposizione mia e del pubblico le loro opere e parte della loro Anima.
Ne faremo buon uso!






















sabato 2 febbraio 2019

DNA di Graziano ed Irene PAPINI









La presenza contemporanea in una mostra delle opere di padre e figlia induce a fare riflessioni che sembrano scontate, tanto più se il titolo è così peculiare:  "DNA".
"DNA"  suggerisce , in particolare a me, qualcosa di genetico, la trasmissione di una predisposizione che di per sè non è garanzia di compimento ma, addirittura, possibile causa di competizione. 
Impossibile provare almeno a dirimere il mio dubbio senza poter conoscere i due artisti che espongono presso la Galleria D'Arte "IL QUADRIVIO" di Patrizia ZUCCHERINI dal 30 gennaio fino al 9 febbraio con apertura dalle ore 17,30 alle 19.30.



Irene PAPINI con Patrizia ZUCCHERINI







Graziano PAPINI con Patrizia ZUCCHERINI





In realtà conoscevo , almeno di fama, Graziano PAPINI e la figlia IRENE , perché nessuno sfugge nella piccola realtà grossetana e i loro lavori avevano incrociato il mio sguardo in alcune occasioni legate alla manifestazione "Primavera Maremmana" o, addirittura, perché abbellivano la gloriosa "Sala PASCUCCI" , ove sono solito documentare le performances dell'amico giornalista Paolo PISANI.

Ma questa volta il messaggio appare diverso, perché la contemporaneità non è un caso e la possibilità che mi è stata data da Patrizia di penetrare nel "loro" mondo ha valore inestimabile per me.
Per questo eccomi pronto a fissare nel tempo gli attimi dell'inaugurazione, con la speranza di riproporre l'atmosfera unica di ogni "vernissage".

E non si sono fatti attendere amici e "colleghi" che presentandosi con flusso sistematico e costante , hanno preso possesso delle sale della Galleria, soffermandosi dapprima con i loro "ospiti" e poi, insieme, davanti ai loro (capo)lavori.




















Momento culminante è stato l'arrivo di Cosimo POSTIGLIONE, attore ed animatore del Teatro dello SBAGLIO, che ha "improvvisato" un monologo piuttosto "disinvolto" in cui ha mostrato tutta la sua bravura di showman, catturando inevitabilmente l'attenzione dei visitatori.

 Il gustoso rinfresco offerto dai due artisti ha poi allungato il pomeriggio, conclusosi piacevolmente con un brindisi di  soddisfazione generale.



Cosimo POSTIGLIONE con Irene e Graziano PAPINI

Si riconoscono Paolo PISANI, Germano PAOLINI con la moglie e Marco TARSI











Il vero divertimento per me, che ho il compito di documentare, per conto di Patrizia Zuccherini, l'attività della Galleria, è cominciato nei giorni seguenti, quando ho avuto modo di visionare con calma le opere esposte, fotografarle  e "analizzarle" insieme ai loro creatori.

"Analizzare" è proprio il termine più appropriato da utilizzare, secondo me, perché senza conoscere le motivazioni che spingono un artista a creare, si cade inesorabilmente nel "soggettivismo", che gratifica con troppa facilità chi, come me, non ha le basi per capire e si accontenta di sensazioni evocate .


Per quanto riguarda IRENE , ella non sembra fare dei distinguo: l'Arte, presto o tardi, raggiunge inevitabilmente il suo scopo che è quello di arricchire o stimolare.

Personalmente,  già in prima battuta sono rimasto spiazzato dalla figura di Irene .
Alta, solenne, col volto ieratico incorniciato da lunghi capelli neri e un lungo vestito,  mi è sembrata una sacerdotessa che, come nell'oracolo di Delfi, consacra l'ispirazione del momento scrivendo parole da cui trarre l'auspicio.
E non sono andato molto lontano se, come lei afferma, i suoi lavori sono frutto di un momentaneo istinto, conservativo, che le permette di trasferire su tela le proprie emozioni, ma anche le proprie"nebbie" come pure i propri demoni, per una purificazione momentanea.











Colpito dai suoi quadri, mi sono ritrovato a chiudere gli occhi e a riaprirli poi lentissimamente ipnotizzato dal sottofondo colorato su cui comparivano, improvvisamente a fuoco, le parole.


















Quelle scritte, su un fondo informale che cambia a seconda del momento, sono sicuramente l'espressione di un'artista completa che cerca di raccontarsi offrendo al "lettore" la chance di condividere i propri sentimenti o evocarne degli altri. 













Nella mostra, ognuno dei suoi quadri è posizionato accanto ad un "composizione" del padre.


Ho scritto "composizione" perché Graziano PAPINI , in questa occasione, ha tralasciato il lavoro pittorico, per dar spazio ad un percorso molto impegnativo di scultura, che lo ha portato a recuperare, lavorare, trasformare materiali metallici per dar loro nuovo significato.
E' la sua nuova vita, la sua nuova necessità!
Del resto la sua è una continua ricerca che nel tempo è passata attraverso tecniche diverse, contemplando anche l'utilizzo di stracci più che di tessuti.
Anche nel suo caso prevale l'informalità,  figure piuttosto astratte  che descrivono, con tonalità mai contrastanti, immagini riposanti ma, talvolta si spinge anche a creazioni figurative soprattutto di periferie idealizzate o animali (come ricorda il critico P. Tallarico)
























Accostamenti cromatici più che di contenuto in questa mostra sperimentale in cui espongono per la prima volta insieme e, dal modo in cui si parlavano e mi parlavano per porgermi le spiegazioni, ho riconosciuto una simbiosi e non certo alcuna competizione.

Sabbia scogli luna si accostano alle maree che proiettano gli alti e bassi di un sentimento nascosto nell'intimo in precario equilibrio. 







Al contrario il riferimento all'IDRA testimonia la tenacia ed il coraggio di risorgere ogni volta e continuare a gustare la parte più bella della vita, intesa come Sinfonia.





Un gioco molto bello che stimola la fantasia e rende complici di questi due Artisti che si distinguono per la loro originalità.



E' stato molto piacevole per me discorrere con Graziano ed Irene di tanti argomenti e non solo delle loro opere. 
I minuti, anzi le ore che ho passato con loro sono passate in fretta ma hanno lasciato traccia di una spiritualità diversa, forse qualche "parola" scritta sulla mia anima.

Ringrazio loro come ringrazio Patrizia che ha la capacità di scegliere il meglio per la sua Galleria.