mercoledì 11 aprile 2018

BRUNO CORSO - Retrospettiva








Sempre animata dalla volontà di diffondere quei valori dell'arte che tanto contribuiscono ad elevare la cultura e la nobiltà d'animo, Patrizia Zuccherini ha colto l'occasione di dar spazio e visibilità alle opere di un grande Maestro, il pittore e scultore Bruno CORSO , personaggio di spicco nella realtà grossetana anche per gli incarichi svolti in seno a due Associazioni importanti che egli contribuì a far nascere e/o sviluppare: "La CHIMERA" e l'AGAF (Associazione Grossetana Arti Figurative) di cui fu a lungo Presidente.

Negli anni '60 si adoperò moltissimo per la costituzione di un Sindacato per gli Artisti.

Grazie alla sua preparazione e alle sue capacità divenne Insegnante di storia dell'Arte all'Università della Terza Età (o delle Tre Età?) e fu coinvolto dalla Sovrintendenza delle Belle Arti di Siena nell'eseguire e curare restauri importanti, tra i quali, il più famoso, quello del dipinto di Paride Pascucci "La Siesta" esposto nella Sala Consigliare del Comune di Grosseto .

Tra le ultime personali con cui aveva omaggiato Grosseto ricordiamo quella del 2004 e quella successiva , all'AGAF, del settembre 2008, con recensione dalla Dr.ssa Giuseppina Scotti, che il WEB cortesemente mi fornisce.


Dal 13 al 28 settembre 2008 - Personale del Maestro Bruno Corso recensita dalla Dott.ssa Giuseppina Scotti

Un inaspettato ma importante ed atteso evento, la personale di Bruno Corso, che offre al pubblico, oltre ad una carrellata di opere varie nel tempo, l'ultima produzione che lo pone in una dialettica diversa, eppur sempre così sua, nelle colorazioni, nell'esprimersi pacato, ma pur forte e deciso. Le sue sono divenute riflessioni profonde e ben motivate sull'umanità, sulla diversificazione amientale, sulle difficoltà e le paure ancestrali: queste sue espressioni, prettamente interiori, lo portano a considerare il valore reale dell'Uomo, mostrando la visione intrinesca che supera la pura materialità per condurre alla luce. Oggi il Maestro Bruno Corso pone il pubblico di fronte a slargamenti cosmici, quasi voce narrante, una confessione raziocinante, ma visibilmente e concettualmente permeata di giuste perplessità sull'esistere, il pensiero, il credo ed il risultato di tutto ciò è evidente proprio in questo efficacissimo compendio d'immagini pure, che destano stupore, attenzione, intime pulsazioni e palpiti di sentimento annodati al suo sentire, al suo modo di essere, rispoterto nuovo, ma comunque saldamente ancorato all'ieri, all'oggi, al domani.
Dott. Giuseppina Scotti
Critico d'Arte




La mostra attuale, che sarà possibile visitare da oggi mercoledì 11 Aprile fino a domenica 22 Aprile, è una retrospettiva dell'Artista, scomparso nel 2014, realizzata con la collaborazione della figlia Letizia CORSO , che ha messo a disposizione un considerevole numero di opere, che vanno a coprire un po' tutti i periodi di attività del Maestro.






Patrizia ZUCCHERINI con Letizia CORSO




Sinceramente, entrando nella galleria, ho avuto un impatto notevole dovuto alla visione di una serie infinita di opere , per la maggior parte figure femminili, dotate di una grazia e di una "pulizia" che risalta nei nudi e di una eleganza che conquista nelle figure vestite.


























Parlando con la Signora Letizia Corso ho appreso che l'attività del padre, iniziata quando era ancora giovane nell'Arma dei Carabinieri, ha avuto successivamente una rapida evoluzione: è passato dai disegni, che ha presto abbandonato, alle composizioni, ai paesaggi della terra maremmana per poi dedicarsi alle figure.




















Il suo studio in piazza della Palma era frequentato da altri amici artisti ed è stato con loro che ha dato vita all'AGAF.

Proprio per ricordare questo sodalizio, Patrizia ZUCCHERINI e Letizia CORSO hanno creato un angolo speciale nella Galleria ove sono state esposte insieme le opere di Carlo GENTILI, Nilo BACHERINI, Romano MINUCCI, Antonio LAZARI.
Un atto di sensibilità che è stato molto apprezzato da Bacherini e Minucci che sono poi stati presenti all'inaugurazione ufficiale, mentre  Lazari, indisposto, era nei nostri pensieri.


NILO BACHERINI
CARLO GENTILI

ROMANO MINUCCI
ANTONIO LAZARI





Per l'occasione mi sono permesso di estrapolare dal WEB, spaziando dal Sito del Comune di Grosseto a quelli delle varie Associazioni, le note biografiche di questi pittori/o scultori come arricchimento personale.




Nilo BACHERINI vive e lavora a Grosseto. Nel dopoguerra fa parte, come scultore e grafico, del Circolo artisti “La Chimera”. Dal 1964 si dedica interamente alla pittura e al disegno, ispirandosi inizialmente a tematiche neorealiste e successivamente a un simbolismo lirico che evoca i tratti più caratteristici del paesaggio, della fauna e dell'umanità locale. Promotore in città di numerose e importanti iniziative culturali (tra cui “Arte contro” di Mario de Micheli nel 1970 e “L'immagine critica” di Giorgio Seveso nel 1976), Bacherini rifugge l'isolamento della provincia e da sempre sostiene una rete di relazioni con critici e artisti di altre città. Nel 1972 soggiorna a Parigi, al tempo delle grandi mostre di Bacon e Leger, e nel 1974 fa parte della delegazione dell’Associazione Italia Germania dell’Est - scambi culturali - e si reca a Berlino e a Dresda. Nel 1980 è uno dei fondatori della rivista “Corriere delle Arti” diretta da Lino Bonelli, e nel 1988 istituisce il Centro studi e ricerche“Identità Maremmana”. Una sua antologica è stata ospitata nel 2007 al Museo MAGI di Pieve di Cento e nel 2008 all'Istituto Italiano di Cultura di Zurigo




Carlo GENTILI  è stato uno dei pittori grossetani più importanti del Dopoguerra e un maestro riconosciuto per le successive generazioni di artisti locali. Vissuto a Grosseto dal 1910 al 1996, considerato una “figura determinante nel panorama artistico locale dagli anni Trenta fino agli anni Novanta, Gentili è una personalità versatile, un artista che si è dedicato alla scultura, appresa in giovinezza nella bottega di Ivo Pacini, alla pittura, in sintonia con le espressioni artistiche realiste di Guttuso, Treccani, Zancanaro, fino alla grafica e alle arti applicate. È stato autodidatta, inclinato per istinto verso l’arte, perché, come ha sempre affermato, l’artista ‘è colui che nasce con l’istinto di disegnare, di riproporre ciò che vede e ciò che sente’. La sua bottega era un luogo d’incontro naturale per artisti, intellettuali locali e forestieri, dove si dipingeva e insieme si discuteva quotidianamente di pittura.
Nilo Bacherini, Mario Nanni, Maurizio Nardini, Lucio Parigi, Dino Petri, fino agli artisti di ultima generazione, come Paolo Cimoni e Irma Alonzo, ricordano quanto fu determinante la figura di Carlo nella riflessione dei loro percorsi artistici. Un artista che ebbe anche un ruolo attivo nel dibattito politico e culturale della città, divenendo consigliere comunale e assessore dal Dopoguerra al 1951, e direttore, insieme a Tolomeo Faccendi e Bruno Dominici, della scuola Comunale di Pittura di Grosseto dal 1963 al 1966”.

Antonio LAZARI è nato a Galatina (LE) nel 1939. Si trasferisce a Grosseto nel 1960 come insegnante di disegno nella scuola. La sua carriera artistica si evolve sempre crescendo, ottenendo delle significative affermazioni in vari stati extraeuropei tra i quali Canada, Stati Uniti, Indonesia, Venezuela, Australia, Argentina e in quasi tutti gli stati europei:molte sue opere sono presenti in musei, collezioni private, edifici pubblici e religiosi.Tra le sue opere si ricordano il Monumento alle vittime dei bombardamenti a Grosseto, il Monumento al badilante sempre a Grosseto, la Madonna in rame presso la Chiesa della Sacra Famiglia e una scultura Dedicata a Grazia e Marco nella Chiesa dei Santi Barbara e Paolo a Ribolla.


Romano MINUCCI è nato a Magliano in Toscana nel 1937. La produzione artistica più precoce, negli anni Sessanta, è legata alle sue prime esperienze professionali. Dipendente dell'Ente Maremma Minucci sceglie di rappresentare il mondo rurale, e lo fa seguendo un registro elegiaco e lirico distante dalla denuncia sociale che la pittura realista aveva cercato di imporre nel decennio precedente a livello nazionale. Il realismo di Minucci non indugia sui lavoratori, ma piuttosto sull’ambiente che li ospitava, e sulla descrizione della natura come palcoscenico sociale della fatica e del ristoro, e a volte come stimolo romantico per l’evasione e il disimpegno lirico.
Negli anni Settanta, trasferitosi a Grosseto, il tema della solitudine e del raccoglimento trova una più compiuta realizzazione nella rappresentazione di una particolare realtà urbana, quella della periferia. Per Minucci la periferia è il punto in cui la città incontra la campagna, ma non la aggredisce e non la divora. Minucci non descrive l'esaltante progresso della città rispetto alla campagna che aveva celebrato Bianciardi qualche anno prima, non dipinge palazzi e strade che invadono e devastano il verde. Con la sua pittura riproduce al contrario edifici che non sembrano appartenere ad una città, ma piuttosto ad un paese o a un borgo rurale.
L'incontro con pittori come Cagli, Guidi, Purificato, Conti e Vespignani gli insegna ad essere meno didascalico e più evocativo, meno illustrativo e più pittorico. Così Minucci comincia a dirigersi verso una ricerca formale che sfiora l'astrazione. La riconoscibilità del modulo figurativo, così utile per il mercato, viene stravolta da percorsi espressivi sempre più complessi e rischiosi.
Dal 1966 al 1972 espone con il Gruppo Artistico Il Pavone di Siena, di cui fa parte anche Mino Maccari. Il successo aumenta e nel 1979 viene inserito nel Dizionario Artistico Italiani del XX secolo Bolaffi. La ricerca non si ferma: abbandonate le periferie, che mai hanno rappresentato il degrado industriale, Minucci comincia a trascurare il versante della natura per immergersi nel dato storico. Dai primi esempi che raffigurano l'antico monastero di San Bruzio, sperduto nella campagna, e dai ruderi e dai segni ancestrali, Minucci passa ad argomenti meno campestri e si lascia suggestionare dai centri storici, che diventano pretesti figurativi per comporre materici esercizi di stile e frammenti di una figurazione in cui non si distingue più tra la natura organica e artificiale del referente figurativo.






E' stato poi bello visitare la mostra in anteprima con un'ospite d'eccezione, la Dr.ssa Giuseppina SCOTTI, critica d'Arte, allieva del Prof. ARGAN, che mi ha affascinato donandomi pillole del suo sapere. 


Patrizia ZUCCHERINI con la Dr.ssa Giuseppina SCOTTI

Ella stessa mi ha confessato una forte emozione nel rivedere , tutte insieme raccolte in una cornice così bella come "IL QUADRIVIO", quei quadri che ha visto nascere, uno per uno, quando il Maestro l'accoglieva nel suo "santuario" e permetteva a lei sola di contemplare l'opera non ancora finita per una sensazione, un giudizio, un'approvazione.



La Dr.ssa SCOTTI con la troupe di TV9


La Dr. SCOTTI , prima di celebrare ufficialmente l'inaugurazione con un discorso che ha testimoniato l'importanza della mostra, è stata poi rapita dagli operatori di TV9 per una intervista, lasciandomi libero di scattare qualche foto alle varie opere e intrattenermi con diversi ospiti intervenuti che sto imparando a  conoscere e riconoscere, come il pittore Cosimo Vitale (che mi ha presentato Nilo BACHERINI), Romano Minucci, Danilo PIANI , l'assessore Giacomo CERBONI, l'amica Marilena,Franco MINUCCI...








Il pittore Cosimo Vitale (COVI)

Il pittore Romano MINUCCI con Letizia CORSO

Il pittore MINUCCI con Patrizia ZUCCHERINI

Il pittore Nilo BACHERINI con Patrizia ZUCCHERINI

La lettura del catalogo del pittore Nilo BACHERINI





Nilo BACHERINI:  RITRATTO?

Che dire in conclusione?
E' utile sfruttare anche questa occasione per nutrire lo spirito?
Un'ultimo saluto a Letizia e un abbraccio a PATRIZIA ZUCCHERINI, ringraziandola, in attesa del prossimo giro di giostra.