venerdì 1 marzo 2019

Arte ed opere di FRANCESCO DE ROSA









La Galleria d'Arte è come un teatro: disordinato, spolto dopo una mostra, quando tutti i quadri sono stati tolti e la magia delle luci e dei colori, che ha rapito gli occhi dei visitatori, è sparita d'incanto.
Una sorta di tristezza che, però, non turba il cuore più di tanto, perché l'Arte è così: se muore è per tre giorni e poi risorge. 
Con nuove opere , con nuovi colori.

E' quel momento che amo, quando tutto il mondo è fuori e si rimane soli a ricreare, pezzo per pezzo, quell'atmosfera che darà nutrimento agli spiriti eletti, a contemplare frammenti rinchiusi in preziose cornici , che rimandano a vissuti passati, miscugli di tenerezza e passione che piano piano prendono possesso, per qualche istante, della tua anima.

E' un processo che si ripete ogni volta sotto la supervisione di Patrizia ZUCCHERINI, la gallerista che ha deciso di vivere intensamente questa sua passione, coniugandola con l'amore per Grosseto ch'ella traduce tributando onore ai suoi Artisti e mantenendone vivo il ricordo.

Non potevano dunque mancare le opere del pittore Francesco DE ROSA che "l'affezionato nipote e allievo" Gregorio ha scelto per una seconda retrospettiva a 16 anni dalla prematura scomparsa.

La mostra è stata allestita presso la Galleria d'Arte "IL QUADRIVIO" di Grosseto e resterà aperta dal 26 febbraio al 10 marzo 2019 (ore 16,30 - 19,30).










Fedele a un protocollo ormai collaudato, ho dedicato la giornata dell'inaugurazione a documentare l'affetto che è stato rinnovato, da parte di parenti, conoscenti, amici e colleghi, nei confronti di quel "personaggio semplice , di grande cultura e con una innata passione e capacità artistica".




Gregorio DE ROSA con Patrizia ZUCCHERINI






Da perfetti ospiti, sia Patrizia che Gregorio non hanno fatto mancare a nessuno il saluto ed il ringraziamento e costante è stato il flusso di coloro che, dispersi nelle ampie sale, hanno rivolto la loro attenzione ai quadri, commentandone , sottovoce, la bellezza.





































La prof.ssa Giuseppina SCOTTI con la moglie di Francesco DE ROSA


Particolarmente gradita, a tratti toccante,  la presentazione della Prof.ssa Giuseppina Scotti  che non ha avuto difficoltà a far rivivere in tutti i presenti quelle stesse sensazioni ch'ella aveva provato sin dal primo incontro del gennaio 1973.
Affiancata dalla moglie del pittore,ELENA,   musa ispiratrice che lo ha seguito in tutte le mostre, contribuendo al suo successo, ella ha ricordato questo signore dalla personalità dolce, accattivante , che trasferiva nei suoi quadri del periodo rosa quella serenità che traeva dalla contemplazione della natura . 
Alberi e fiori accarezzati delicatamente e anche le figure, i nudi, mantenevano  compostezza e  dignità.

Il contatto con la Maremma lo ha contagiato, ha determinato un certo mutamento nella sua tavolozza e i colori si sono fatti più intensi , sprazzi erompenti che definivano appena quell'umanità che riportava nel suo ambiente naturale , rendendola immortale.

La Prof.ssa SCOTTI ha insistito molto sulla personalità di questo artista semplice e colto, che dissertava con lei della brevità della vita e sapeva godere degli attimi di felicità che gli venivano concessi.

Riguardo a questa mostra in particolare, ella ha concluso parlando di una " impostazione dosata, ma determinante (che provoca)  un fremito, un'inquietudine, una realtà filtrata da una propria dimensione, un dissolversi lento di immagini convincenti , legate al suo profondo animo d'Artista".















Un applauso spontaneo ha accolto le ultime parole della Prof.ssa SCOTTI, visibilmente commossa e contenta di vedere riconosciuto il valore di questo artista prematuramente scomparso. 
A rendere gioiosa l'atmosfera un brindisi a conclusione di un ricco rinfresco offerto dagli ospiti.


Ecco venuto il momento di congedarmi , contento per aver potuto assistere a questo evento e pregustando le ore che avrei passato nei giorni seguenti ad osservare, con calma, i quadri per cercare di fotografarli con la luce migliore , nel rispetto dei colori e nella speranza di contribuire, come sempre, ad arricchire il sito della Galleria di Patrizia.



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VIDEO INAUGURAZIONE



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Il mio ruolo mi consente di stare vicino agli artisti, vedere da vicino i loro quadri, le loro opere, parlare con loro per cercare di individuare una chiave di lettura che mi consenta di capire il loro messaggio. 
Quando questo non è possibile, ascolto testimonianze, leggo recensioni   poi... mi affido al sentimento, al mio innato romanticismo, che non sempre dice il vero ma che spesso sostiene la mia anima.

Nel caso di Francesco DE ROSA è stato tutto molto semplice perchè... era bravo!

Io sono convinto che, in tutti i campi, solo chi è veramente padrone dell'argomento è  in grado di  renderlo semplice agli altri e Francesco DE ROSA questo ha fatto, secondo me: ha condiviso con tutti, in modo semplice e moderato, le sensazioni che provava nell' osservare , nel vedere, nel contemplare.



Chiarificante in questo senso il pensiero riportato nel catalogo della mostra: 

“La pittura rappresenta per me amore nella sua generalità, nei suoi aspetti intimi, nella sua pienezza totale.
Amare e dipingere. 
Dipingere la giovinezza, il profumo fresco dell’adolescenza, è per me istintivo, mentre il puro momento d’incontro con la vita, dipingere la maturità calda, è per me momento di travaglio e di sublimazione. 
Dipingere la natura con i suoi colori storditi dal sole, arsi dal vento, placati da lunghi silenzi, è per me partecipazione attiva, penetrazione, solidarietà con la mia terra adottiva, rimpianto e nostalgia per la mia terra lontana, così presente dentro di me, così sofferta”

E proprio sui vetri della Galleria si è fermato un raggio di sole. 
Ha giocato per qualche istante con la pelle rosea della modella prima di dileguarsi, schermato da una  nuvola dispettosa.

E' in questi quadri che la sua pensosità (come l'ha chiamata Giuseppina Scotti) si fà palpabile, in queste donne nude, virginali, con l'intimità appena nascosta da camicie da notte rigorosamente bianche, sorprese in posa, quasi in contemplazione, davanti ad uno specchio immaginario; rese con raffinatezza ed estrema dolcezza.


"Ricordi "- (part.)




"Il riposo"




Rimembranze, melanconia, tristezza... sentimenti che appartengono al pittore e che egli trasferisce nelle sue opere.





A me hanno colpito soprattutto i quadri con scene di vita contadina : nei campi, nei vicoli di paese, al mercato.

Mi hanno affascinato quelle figure descritte con pochi tratti (macchie?) eppur cosi ben definite:  questi uomini anziani, con le gambe arcuate per il lungo andare sui solchi, la schiena ricurva, cifotica per il duro lavoro , con la camicia bianca e le maniche rimboccate, sorretti da donne energiche con gonne lunghe e camicette variopinte, il capo coperto dalla pezzòla e i canestri sottobraccio.

Esseri umani che il pittore, da una postazione di privilegio, quasi nascosto per non turbarli, riprende di spalle.













"Giornata di pioggia"












"Vita quotidiana"












E questi crepuscoli in cui il momento di posa dopo lavoro è illuminato appena dal riverbero del fuoco, acceso per riscaldare il cuore più che le membra,  che fà da riscontro al volgere del sole.





Sono scene comuni ma trattate con una poesia che coinvolge direttamente l'osservatore.
Non c'è nulla che disturba lo sguardo: tutto è moderato, composto , umile e dignitoso. VERO.








"Ritorno dai campi"







Quel rosa iniziale predominante nel descrivere le atmosfere della sua prima stagione pittorica, ha lasciato posto a colori più intensi, sfumature che dal rosa violaceo sconfinano nei toni del rosso, del marrone, del grigio e anche del blu, come ho potuto notare seguendo con lo sguardo, da lontano, gli scorci e le marine dell'ultima stanza, dove preminente e quasi esclusiva è la componente emozionale difronte al paesaggio di Maremma ed immancabile è la vegetazione, resa con una tecnica talmente sfumata ed impalpabile da farmi pensare ad un'estasi pittorica.






"Ombre di luce"



Con queste sensazioni, ho lasciato la Galleria, non prima di aver ringraziato Patrizia ZUCCHERINI per l'opportunità che mi regala ogni volta.
Un ringraziamento anche alla Famiglia DE ROSA, e in particolare a Gregorio per la gentilezza e la disponibilità dimostrata, che mi ha permesso di inquadrare al meglio la figura e le opere dello zio.
Sono convinto che, più di tutti, egli sia il destinatario e l'erede del testamento spirituale dell'Artista.


"Natura morta floreale"




"Tavolo"























































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