sabato 6 ottobre 2018

L'ARTE DI ROMANO MINUCCI



Certamente Patrizia Zuccherini ha scelto di vivere intensamente! 
Più sorretta dalla passione che spinta dall'interesse, organizza con ritmo incalzante mostre di varia natura presentando sempre artisti di alto profilo.
Questa volta però è stata tradita dall'emozione quando mi ha comunicato il nome del pittore che avrebbe offerto alla vista dei visitatori il frutto di ben 60 anni di attività.
 - Guido, si tratta di Romano Minucci! Si tratterrà da sabato 6 fino a domenica 21 ottobre!
Mi raccomando, vieni! -





Non sarei potuto mancare per tutto l'oro del mondo perché  finalmente avrei avuto l'occasione di soddisfare un desiderio, una curiosità che mi portavo dietro da tempo e precisamente da quando seppi casualmente che quel signore distinto e un po' serioso, che io osservavo in religioso silenzio mentre , concentrato, tirava di stecca sui biliardi di Via Cesare Battisti e con cui avevo instaurato un'amicizia basata sulla complicità che lega i giocatori, era anche e, soprattutto , un valente pittore.



Romano MINUCCI

E' stato pertanto un piacere immenso per me quando, anticipando di mezz'ora l'orario annunciato  d'apertura, mi sono presentato in galleria , accolto con un abbraccio da Romano. 
Avevo bisogno di un momento di sospensione prima che l'atmosfera, sempre intensa e vorticosa dell'inaugurazione, avvolgesse il Maestro con l'affetto dei suoi ammiratori.

Come di consueto ho rimandato ai giorni seguenti l'osservazione e la documentazione delle mirabili opere che, numerose, accarezzavano l'occhio dei visitatori e mi sono dedicato a cogliere l'espressione di Romano che, pur abituato ad eventi di questo tipo, pareva commosso nel vedere vecchi amici e nuovi estimatori a cui ha dedicato con emozione il suo tempo e le sue spiegazioni.












Sicuramente la Galleria d'Arte "IL QUADRIVIO" si è dimostrata una "location" eccellente per accogliere ed ospitare un pubblico che, pur numeroso, si diluiva in piccoli gruppi dinanzi ad ogni quadro e visibilmente soddisfatti erano tanto Patrizia ZUCCHERINI quanto Daniele, il figlio di Romano, che hanno organizzato al meglio la mostra.







Romano MINUCCI con Patrizia ZUCCHERINI



Particolarmente significativo è stato il momento dell'inaugurazione ufficiale quando hanno preso la parola dapprima Ivana DANTI, in rappresentanza dell'assessore alla Cultura Luca Agresti e del Comune di Grosseto (che patrocinava l'evento),  e , successivamente, la Prof.ssa Giuseppina SCOTTI per ricordare la figura di Romano MINUCCI , il suo valore e il grande contributo d'immagine ch'egli ha dato alla città con le sue opere.



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FILMATO INAUGURAZIONE MOSTRA ROMANO MINUCCI
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Nei giorni seguenti ho pensato di avvicinarmi alle opere basandomi su quanto avevano scritto i tanti e diversi critici nel corso delle varie presentazioni ma poi ho pensato che la cosa migliore fosse quella di farmi guidare dallo stesso Romano e lui, con la gentilezza e la disponibilità che lo distingue,  mi ha accompagnato in un percorso fatto di ricordi ed emozioni, in cui le pietre miliari erano i suoi quadri.





Abbiamo ricercato insieme, in mezzo alle 58 opere disseminate in Galleria, quelle legate alla sua attività giovanile quando i soggetti descritti appartenevano al mondo rurale che egli ben conosceva in quanto dipendente dell'Ente Maremma (Settore Cooperazione).
Egli, in quel periodo viveva ancora a Magliano in Toscana e pertanto gli era familiare l'ambiente semplice , tipico della campagna Maremmana, in cui le persone, (praticamente mai rappresentate) vivevano la realtà di quel tempo.
Mi ha colpito soprattutto la presenza indiretta dei braccianti, "suggerita" da sedie, cestini di frutta,  e , soprattutto, biciclette  appoggiate a terra nel gesto consueto di chi, appena arrivato, si accinge a lavorare.


PRESENZE - ASSENZE


La bicicletta era, per molti, il principale, se non l'unico mezzo di locomozione per spostarsi tra i poderi e, alla fine, Romano l'ha scelto come caratteristica peculiare di molte sue opere.

Molto importante per lui il trasferimento a Grosseto e , quasi contemporaneamente, l'interessamento per quella zona di confine tra la città e la campagna, una periferia che viene vista con dolcezza ed indulgenza, non contaminata dal cemento ma assolutamente priva di quelle note di degrado e trascuratezza che , purtroppo, sono comuni al giorno d'oggi.

A dir la verità, nel suo racconto, Romano mi ha parlato di un periodo "ecologico" della sua pittura in cui sono comparsi rifiuti che, come dice il PAPA, "timidamente giacciono abbandonati nel prato e dalla vegetazione vengono seppelliti".






Non a caso risale al 1977 il primo importante premio conquistato: si trattava del "Premio MICHELANGELO" ch'egli ritirò a Firenze quale primo classificato dopo una selezione che comprendeva quasi duemila opere.

Il quadro è presente nella mostra perché il pittore l'ha tenuto per sè e non ha mai accettato di venderlo.










Negli anni '80 la sua pittura, ancora raffigurativa, prediligeva ancora la periferia ma non quella di città ma piuttosto di borghi o paesi con "casali di pietra con tetti di tegole" e con finestre illuminate da cui "garriscono al vento panni immacolati" , come bandiere.
Io le ho riviste puntualmente queste descrizioni del PAPA nei quadri che Romano mi ha indicato.



























Continuando il racconto Minucci mi ha mostrato anche alcuni quadri che si discostano dai temi fin qui trattati : dalle figure di nudi a rappresentazioni dal sapore metafisico non disdegnando quelle storiche come la raffigurazione dell'antico monastero di San BRUZIO...














... dalle prove di tecnica pittorica alle magistrali descrizioni di figure ... 








e poi ancora litografie interessantissime deposte alla rinfusa ai piedi dei quadri stessi e offerte in maniera casuale per la realizzazione di un sogno di qualche amatore. 




Menzione particolarissima va al ritratto di EDUARDO DE FILIPPO che risale ad una delle prime mostre effettuata con il collega Bruno DOMINICI in occasione di un connubio pittura-teatro.








Tanti, tanti esempi di un'arte versatile che il pittore ha affinato nel tempo, stimolato anche dalla frequentazione con numerosi altri  pittori noti incontrati nel corso delle rassegne cui ha partecipato . 
Importanti sono anche i contatti col Gruppo Artistico "IL PAVONE" di Siena di cui faceva parte anche il MACCARI.



Mentre prendevo nota di ogni parola di Romano , tra me e me pensavo che mi sarei trovato in difficoltà a scegliere quali fossero, per me, i quadri più belli.

Tuttavia la mia natura romantica mi è venuta in soccorso e mi son fatto conquistare soprattutto dai colori tenui, "evanescenti, velati"  e dalle "atmosfere pallide di timidi mattini, di nebbie o di brine, bagnate" che hanno colpito Annarosa Del CORONA.


Ma un quadro su tutti ho apprezzato in modo particolare, un quadro in cui ho ritrovato sensibilità e poesia e un fascino dal sapore antico : LA ROSA ed è con questa figura di donna negli occhi che voglio ringraziare un Pittore, un Artista, un Amico. 




















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