sabato 1 gennaio 2022

REMO PASETTO

 



Ingenuo e sognatore, amo credere che le persone entrino in una Galleria d'Arte spinte dalla curiosità e/o attratte da una sincera passione per il bello. 

 E' per questo che , inevitabilmente, si crea , nel corso del tempo, un'atmosfera che accomuna Artisti e Visitatori che provano piacere nel ritrovarsi a parlare e, a volte, a discutere delle svariate modalità di espressione dei sentimenti umani, attraverso le diverse forme di Arte.


Patrizia ZUCCHERINI ha sempre sottolineato questa filosofia organizzando per tutti,in occasione dell'ultima mostra dell'anno, un brindisi augurale nelle sale de "IL QUADRIVIO"

Purtroppo, il protrarsi delle limitazioni collegate all'emergenza pandemica hanno impedito, anche quest'anno, la gioiosa manifestazione ma non hanno scalfito la determinazione di Patrizia che ha voluto chiudere in bellezza esponendo, nella sua Galleria, opere di assoluto valore e qualità che ella ha raccolto da collezioni private e che potranno essere gustate fino a metà Gennaio del prossimo anno.

Protagonista è Remo PASETTO , scultore, incisore e soprattutto pittore che ha svolto la sua attività a partire dagli anni 50 del secolo scorso.




Remo PASETTO (1925-2019) era nato a Raldon (Verona).

La sua formazione artistica si svolse inizialmente nella città scaligera presso l’Accademia delle Belle Arti di Cignaroli dove coltivò la sua passione, soprattutto per la scultura.

Dopo la parentesi della guerra ,che lo portò forzatamente lontano da casa e dalla Scuola, riprese a modellare e, per allargare la propria esperienza, nel 1950 si trasferì a Milano.

 Fu un periodo che egli stesso definì durissimo ,durante il quale ebbe contatto con Manzù e culminò con la sua prima personale presso la Galleria SCHETTINI ,in via Brera, nel 1957.

Durante questa mostra venne notato dal critico Mario De Micheli  che lo persuase a dedicarsi interamente alla pittura, lo seguì nei suoi lavori e fece la presentazione della sua prima mostra di pittura a Firenze nella Galleria “Nuova Corrente”, nel 1960.

Sistematosi a Milano con la moglie Nicoletta e la figlia Edera, Pasetto dette vita ad una pittura che lo stesso De Micheli definì “primitiva” caratterizzata da un linguaggio proprio, in grado di interpretare ,in maniera diretta e disarmante, le problematiche sociali del tempo, soprattutto quelle legate al mondo del lavoro.

Tema particolarmente ricorrente era il mondo operaio, in particolare quello di chi esercitava nei cantieri edili.

Personaggi a lui cari , colti nella semplicità realistica dei momenti di vita quotidiana, dove vengono evidenziati “i gesti antichi del lavoro, dell’amore, del dolore, del riposo, della morte “ e dove “il sentimento della sacralità dell’esistenza” è assorbito, nelle sue immagini, dal significato stesso della “difficoltà dell’esistere, del restare umani in condizioni disumane”

In effetti, in quasi tutti i quadri di Pasetto si respira un’atmosfera di penosa accettazione della realtà, quasi a celare una rabbia repressa. I volti sono duri, senza un sorriso, le espressioni intense, le mani grosse e serrate.

Spesso lo sguardo và dritto su chi osserva l’opera.

Solide e plastiche, le sue figure s’accampano sulla superficie della tela con il loro peso, con la perentorietà di un’immagine incombente.

Sembrano l’espressione più vera dei sentimenti di identità che egli nutriva per la propria gente.


Questa presentazione che ho "raccolto" dalle prefazioni dei libri-cataloghi che ha scritto il suo mentore Mario De Micheli e da quelle del Conservatore della raccolta delle Stampe del Castello Sforzesco Achille Bertarelli, fotografano al meglio lo spirito dell'Artista che si può ritrovare nei numerosi quadri esposti in Galleria.


Fotografarli, per poi conservarne traccia nel sito legato a Patrizia Zuccherini, è stato per me un piacere ed un onore ma, forse, il momento più emozionante l'ho vissuto quando uno dei personaggi più coinvolti, colui che , avendo un filo diretto col Maestro, ne ha divulgato l'opera anche nella nostra città, Enzo SORINI, mi ha chiesto di accompagnarlo per riassaporare insieme a me, che li vedevo per la prima volta, quei capolavori che erano passati negli anni attraverso le sue mani in quelle di tanti grossetani.
 
Patrizia ZUCCHERINI con Enzo SORINI


E' stata un "passeggiata" per me istruttiva arricchita da aneddoti richiamati pian piano alla mente e conditi con un filo di nostalgia che ho colto nelle parole del vecchio Gallerista mentre raccontava il passato di una vita che io non ho vissuto.

Altri amici, altri conoscenti sono via via arrivati attratti da quelle figure che separate per anni, custodite con cura, coccolate come beni preziosi nei salotti buoni delle case, si sono riunite, per qualche tempo, in quel tempio dell'Arte che Patrizia ha loro riservato.










E' stato un saluto corale al Maestro che ha saputo descrivere i temi della vita con potenza ma anche con la semplicità e il realismo di chi , intimamente legato, conosce i sentimenti dei protagonisti e il loro significato.

"Persino le sue nature morte parlano questo linguaggio diretto e forte, dove anche l'oggetto più umile acquista solennità per remote ascendenze, per il riassunto di memorie, di usi e di eventi che racchiude in sè. ... Gli oggetti che dipinge, di rame, di terracotta, legno e ferro, sono oggetti logorati, consunti da generazioni e mostrano segni, rughe e cicatrici come i personaggi della sua pittura" (M. D. M.)

Nei giorni seguenti , come mio solito, ho provveduto a fotografarne alcuni per rivivere e far rivivere nel tempo le impressioni di questo evento che ci accompagnerà all'inizio del prossimo anno e che ci auguriamo ricco di arte e di cultura.
Evento che è stato reso possibile da tutti coloro che hanno condiviso i loro quadri e a cui va il nostro ringraziamento. 
Compresa Patrizia Zuccherini.


























































1 commento:

  1. Grazie Guido , come sempre un lavoro completo e dettagliato. Tu puoi fare lo storico dell'arte , e portare il pubblico interessato a piacevole ,conoscenza di ogni artista che la Patrizia Zuccherini, ospita nella sua spaziosa galleria.

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