Il mio blog è rimasto fermo da molto, troppo tempo.
La pandemia che continua subdolamente il suo cammino e la rinnovata coscienza della presenza degli eventi bellici in Europa attenuano quella volontà di rinascita che alberga in ognuno di noi.
Da parte mia credo ancora fermamente che esistano dei valori che ci possano salvare e che sono ben al di sopra delle ripicche e dei gretti interessi di parte che avvelenano buona parte dell'Umanità
La Cultura , in tutte le sue sfaccettature, è un'arma potente e va coltivata senza se e senza ma.
Per questo ammiro quanti si prodigano, con le più innumerevoli iniziative , per formare la mente dei giovani e per soddisfare la voglia di bellezza di tutti.
Da molti anni ormai seguo l'attività di Patrizia ZUCCHERINI, che nella sua Galleria D'Arte "IL QUADRIVIO" ha creato un ambiente curato e polivalente ove le mostre riflettono il suo garbo e la sua esperienza.
Questa volta sono mancato all'inaugurazione e sono per questo amareggiato, perché è uno dei momenti più lirici quando si dà inizio alla celebrazione di un Artista che mette a disposizione del pubblico il frutto dei propri sentimenti, la raffigurazione dei propri vissuti.
Ma questa mostra assume un significato particolare, perché, come ha scritto il critico Paolo PISANI, che ha curato la presentazione, si configura come "un gesto di affetto del figlio Roberto che con questa mostra ha voluto ricordare agli Amici ed Estimatori la madre,Lina BARTOLI, oggi non più in grado di svolgere attività artistica."
Una sostenuta brochure a disposizione del pubblico ci porta per mano lungo il cammino che questa Signora ha percorso fin da giovanissima, facendo tesoro dei consigli che le venivano via via suggeriti vuoi dalla zia, insegnante dell'Accademia di Brera, vuoi dai pittori della Scuola Labronica e financo dai colleghi di grande levatura come Carlo Gentili , che ella ricorda con particolare affetto.
La sua produzione riflette in prima battuta il suo eclettismo.
Paesaggio,figura, natura morta sono i temi principali delle sue opere che ella tratta con spontaneità e amore, perché, come confessa Lei stessa alla giornalista e critica d'Arte Maria Agnese NERI, "mi piace tutto ciò che mi circonda".
E veramente sono rimasto colpito dai colori dei paesaggi maremmani che ella riproduce in maniera così autentica e naturale.
Lina Bartoli ha saputo cogliere quell'incantesimo.
Come sottolinea Paolo PISANI "è come se lo spazio circostante trovasse in Lei l'espressione naturale del loro essere. Mai manierismo, mai esercitazione accademica, mai esecuzione costruita: la spontaneità pittorica prende vita e viene ad offrirsi ai nostri occhi movendo le corde del sentimento, conquistando non solo il nostro senso del piacere ma anche le più sottili sensazioni."
Un'attenzione particolare meritano le figure femminili che sono state ben argomentate dalla Prof.ssa Eugenia OCELLO: " Le donne dai corpi morbidi, accesi, vibranti, carichi di contenuta sensualità, diventano figure piene d'amore e di mistero attraverso il segno fortemente plastico e il colore caldo intenso che rende bene il senso dell'eterno femminino"
L'amore per la natura si evince financo nelle nature "morte" che vivono nella trasposizione pittorica dell'Artista.
Ben sottolinea la poetessa e critica d'Arte Prof.ssa Giuseppina SCOTTI la genuinità dei fiori più tenui, delle composizioni che " tracciano un universo che sembra assopito, ma risulta, invece, cullato da memoria profonda e introspezione psicologica".
E' pittura metaforica che trasferisce negli animali ciò che nell'Uomo c'è e divampa ma con pudore."
L'amore per la città è testimoniato di molteplici dipinti ad olio che fissano indelebilmente nel tempo gli scorci più significativi di Grosseto .
Lei stessa, in un'intervista, ha detto : "Attualmente prediligo l'acquaforte che riscaldo, immergendo la lastra nella morsura e così diviene acquatinta"
"Castelli e fortini,tutti serrati nella struttura massiccia delle mura medioevali, sono affidati all'incisione.
Nessun commento:
Posta un commento